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350€ a persona
5 giorni 4 notti
da Maggio a Ottobre
L’avventura parte da Castelpoggio, un borgo pittoresco alle porte di Carrara. Dopo aver lasciato l’ultimo villaggio, ci si immerge subito nel cuore selvaggio delle Alpi Apuane, percorrendo il sentiero 185 tra fitti boschi e pendii in salita. Da Passo della Gabellaccia, si scorge il mare e, camminando tra antiche case di pastori, si respira il fascino di una tradizione montanara viva e radicata. Al Rifugio Carrara, il percorso si fa più impervio per gli ultimi 11 km della tappa, affiancando il versante nord del Monte Sagro, fino a raggiungere la Foce del Fanaletto con una vista che si apre sulla Val Serenaia. Qui, tra faggi maestosi e sentieri rocciosi, si ammirano scorci delle Apuane nella loro natura aspra e affascinante. Superato il tratto impegnativo, si arriva finalmente a Capanna Garnerone per una meritata pausa prima degli ultimi chilometri fino ai piedi della maestosa parete nord del Pizzo D’uccello. 700 metri di parete verticale ci faranno sentiere nulla davanti a questa montagna. La giornata si chiude con una birra assicurata al tramonto, mentre il sole scende sul Mar Tirreno tingendo di rosso le vette, un momento in cui è impossibile non innamorarsi di queste montagne. Il rifugio Orto di Donna saprà ristorarci pronti per la seconda giornata di cammino.
Il secondo giorno promette una sfida: la traversata integrale del Monte Tambura, una delle vette più alte del Parco. Percorrendo il sentiero 179, si attraversano crinali e faggete che offrono una vista magnifica sulle tre gobbe del Monte Cavallo. Dopo una breve sosta al Bivacco Aronte, si prosegue fino al Passo della Focolaccia, un luogo che unisce le gobbe del monte Cavallo con la vista sul Tirreno. Da qui, inizia la grande ascesa del Tambura: la salita è ripida, ma aerea sul suo crinale e una volta in cima, a 1.891 metri, il panorama ripaga ogni sforzo. Si ammirano le valli di Garfagnana e Arni a est, e la Val Serenaia alle spalle, per poi scendere il versante orientale, affilato e impegnativo, fino al Passo della Tambura. Questo passo storico collega la Garfagnana alla Lunigiana, creando un ponte ideale tra storia e natura. L’ultima discesa, lungo la Via settecentesca Vandelli, conduce al borgo di Campocatino, un altopiano glaciale costellato di capanne di pietra, perfettamente integrate nel paesaggio, dove pare di tornare indietro nel tempo. Pochi e tranquilli ultimi passi ci dividono da Vagli di Sotto. Il primo lago della Traversata.
Si riparte da Vagli di Sotto, seguendo il Fosso Tassetora fino al Colle delle Capanne. Oggi la tappa è lunga con oltre 16 km. Salendo sul sentiero 145, si raggiunge, tramite un sentiero emozionante, la vetta del Monte Sumbra: qui la vista spazia su un orizzonte infinito, abbracciando il Mar Tirreno, le isole toscane e le cime circostanti. Dopo una sosta in cima, la discesa porta fino a Isola Santa, un antico borgo medievale sulle rive di un lago incantato, circondato da boschi fitti. Qui, tra case di pietra e tetti in ardesia, si respira un’atmosfera sospesa nel tempo, resa ancora più misteriosa dalle nebbie che avvolgono spesso il paesaggio.
La quarta tappa offre un percorso più rilassante, ideale per riprendere le forze dopo le fatiche dei giorni precedenti. Percorreremo circa 10 km. Si sale gradualmente verso la chiesa di Sant’Anna e poi a Foce di Mosceta. Qui si trova il rifugio del Reo, un luogo accogliente immerso nel bosco. Da Foce di Mosceta si prende il sentiero 126 per salire alla regina delle Apuane, la Pania della Croce, una piramide rocciosa che raggiunge i 1.858 metri. La salita, costante e ripida, è una delle più emozionanti della Toscana, e la vista dalla vetta spazia fino al mare. Lungo il cammino si scopre la Buca della Neve, un’antica grotta in cui veniva conservata la neve per produrre ghiaccio destinato alle città di Pisa e Lucca. A fine giornata, si raggiunge il rifugio Enrico Rossi, ai piedi del Monte Omo Morto, dove una cena calda ci attende e anche l’ultima notte nel Parco.
L’ultima tappa regala un’esperienza indimenticabile, percorrendo la Costa Pulita e passando per il Passo degli Uomini della Neve. Dopo un cammino tra pendii dolci, si arriva al Monte Forato, una delle meraviglie delle Apuane, con il suo arco naturale di 32 metri che incornicia la vista sul mare e sulla Garfagnana. Si prosegue lungo il sentiero 110, osservando il pilastro naturale del Monte Procinto come se fosse il portale di uscita di questo cammino. Con il cuore colmo di emozioni per le cime e i paesaggi vissuti nei giorni precedenti. Lentamente si scende, mentre le montagne lasciano spazio ai boschi e si intravede l’ultima meta: il paesino di Cardoso. Qui, tra i monti e i ricordi di questa avventura unica, si conclude la traversata delle Alpi Apuane.
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