La Traversata delle Apuane – Guida alle Montagne di Marmo

Un’avventura nel cuore della Toscana, sospesi tra il mare e il cielo. Dalla costa della Versilia si innalzano, come piramidi, le montagne di marmo delle Alpi Apuane: l’estremo confine dell’Appennino.

 Il nome riflette il carattere e la conformazione di queste montagne, con vette affilate e creste aeree che richiamano i profili alpini. Cinque giorni di vera avventura, una traversata dal settore occidentale carrarese lungo le vette più alte del parco, fino a raggiungere la Garfagnana attraverso un’ascesa mozzafiato al Monte Tambura.

 

Ecco le 5 tappe di questa incredibile attraversata!

Questo articolo è stato scritto dalla nostra bravissima guida Nicola Buratti, grande amante di queste Alpi!

traversata delle apuane

Tabella dei Contenuti

I Dettagli della Traversata delle Apuane

I DATI TECNICI

  • Lunghezza del percorso 67 km
  • Dislivello complessivo + 3800m -4800m
  • Tappe di cammino 5
 
“MARMOREA CORONA DI MINACCEVOLI PUNTE, LE GRANDI ALPI APUANE REGNANO IL REGNOAMARO DAL LORO ORGOGLIO ASSUNTE” così GABRIELE D’ANNUNZIO si riferiva a queste vette dalla splendezza argentea.
 
La traversata delle Apuane è un’avventura nel cuore Toscano tra il mare e il cielo nell’estremo
confine dell’appennino. Definite Alpi in Miniatura, le Apuane offro un terreno pieno di incognite. 
Dalle cime più alte come il Pisanino e la sua regina la Pania della Croce alle marmoree pareti della Nord del Pizzo d’Uccello. 
 
Lungo i boschi e i laghi pittoreschi della Garfagnana fino alla punta orientale del parco: Le Panie, come il verticale pilastro di “calcare azzurro” del Procinto.
 
Oltre sessanta chilometri attraversando il cuore di marmo del Parco delle Alpi Apuane. Un sentiero lungo e complesso si inerpica e discende i ripidi versanti delle montagne che, solitarie, si ergono dal Mar Tirreno verso il cielo. 
 
È un percorso difficile ma che dona grande soddisfazione. Gli escursionisti sono
pronti a misurarsi con le difficoltà di un cammino che, partendo dal settore occidentale carrarese, si snoda tra i pinnacoli e le foreste verdi del massiccio orientale.

Da sempre nei racconti dei Poeti

Le Alpi Apuane formano un parco naturale regionale che corre come un balcone lungo la costa tirrenica dell’Alta Versilia, a ridosso della Liguria. Con le loro forme verticali e ripide, uniche al mondo, queste montagne – benché la loro cima più alta, il Monte Pisanino, non superi i 1.890 metri – richiamano i profili delle Alpi, pur facendo parte della dorsale appenninica.

L’isola bianca delle Apuane è un gioiello naturalistico amato fin dalla fine dell’Ottocento da escursionisti e alpinisti. I sentieri sono nati sopra antichissime vie sottili utilizzate dai pastori e dai cacciatori di un tempo: i così chiamati “uomini-gatto”.

Osservate dal mare le Apuane appaiono come misteriosi scogli che si innalzano dalla costa Versigliese. 

Chiamati dal geografo greco Strabone: Alpi di Luni, ossia, “i monti della Luna”. Questo perché il loro aspetto ricorda quello della superficie lunare. 

Lo scrittore Alberto Savinio aggiungerà descrivendo le Apuane secoli più tardi: “quella solennità stupefatta, quel che di sovranamente silenzioso e triste che è nelle cose della Luna”.

 

Istituito nel 1985, il parco si estende su una superficie di oltre ventimila ettari tra le province di Massa-Carrara e Lucca. 

Grande discussione odierna riguarda il 5% del Parco, trasformato in grande attività estrattiva con 170 cave di marmo. Sarà compito di ogni singolo visitatore a formare un suo parere sulla questione toscana.

In ogni caso le Apuane non perderanno mai il loro fascino alpino. 

Tanto Selvagge da Creare l'Apuanismo!

traversata delle apuane

È un luogo unico, un immenso libro di pietra e cielo che racconta oltre 500 anni di storia. Dalla prima estrazione dei blocchi di marmo usati da Michelangelo, l’uomo è legato alla terra apuana, penetrandovi fino nelle sue viscere. 

I secoli hanno visto il susseguirsi di uomini coraggiosi: cavatori, uomini senza paura delle ripide lizze marmifere, e oggi escursionisti e alpinisti che si avventurano tra queste vette, spinti da una passione che qui chiamano “Apuanismo”. 

È difficile dire cosa sia esattamente, solo chi attraversa queste montagne finisce per sentirne il richiamo, una sorta di legame inspiegabile con questi picchi, un’attrazione che è appunto apuana fino in fondo.

 

– “che cosa sono questi monti?” Chiesi molto incuriosito, quasi impaurito. “Sono le Alpi Apuane” mi fu spiegato. Ammirai a lungo lo spettacolo inconsueto che mi faceva pensare alla creazione del mondo: terre ancora da plasmare che emergevano da un vuoto sconfinato, color dell’incendio –

 Fosco Maraini.

PS prima che ci scordiamo, dai un occhiata a queste Carte e Assicurazioni per Viaggiare:

Tappa 1 - Traversata Alpi Apuane

La traversata delle Alpi Apuane inizia a Carrara, per la precisione da Castelpoggio, un minuscolo paese carrarese, ultimo centro abitato che si incontra prima di giorni di cammino tra le montagne. Si esce dal paese imboccando il sentiero 185, che sale costantemente, immerso nel bosco. Si raggiunge il Passo della Gabellaccia, da cui si gode una vista sul mare dalle antiche case dei pastori. Dopo aver attraversato la strada, si riprende il sentiero, che sale nel bosco fino a raggiungere, dopo 6 km, il Rifugio Carrara a Campocecina. Qui comincia il sentiero 173, che si seguirà per diverse ore, lungo una tappa di circa 11 km.

Dal rifugio, il sentiero percorre il versante nord del Monte Borla e conduce alla Bocca della Cava Crespina, dove è possibile osservare i segni dell’estrazione del marmo. Si prosegue costeggiando la cava fino alla base del Monte Sagro, per poi giungere al bivio che porta alla vetta (per raggiungere la vetta bisogna prestare molta attenzione perché alcuni tratti sono delicati ed esposti). Dal bivio si prosegue diritto. 

 

Il sentiero, classificato EE (Escursionisti Esperti), diventa più impegnativo: costeggiando la parete nord del Sagro si trovano alcuni tratti attrezzati con corde metalliche per agevolare la progressione. Si raggiunge infine la Foce del Fanaletto, dove si apre una vista incantevole sulla Val Serenaia. Dopo 4 km percorsi dal Rifugio Città di Carrara, è sufficiente voltarsi e guardare il Monte Sagro per comprendere l’essenza aspra e affascinante di questo Parco.

Da qui in poi si cammina in una faggeta rigogliosa fino alla Foce del Pollaro. 

 

Con attenzione, si scende una scarpata rocciosa, la conca carsica del Catino. Sotto ai nostri piedi esiste un altro mondo, ricco di altrettanti sentieri che non salgono sulle montagne ma raggiungono il loro cuore, decine di grotte ancora nascoste e non esplorate seguono tutta la dorsale mentre noi proseguiamo su sentieri ampi e meno ripidi di questa faggeta. 

Alcuni vecchi Vinchesi raccontano che proprio nelle aperture di queste cavità nascondevano i loro caproni per fuggire alle leggi fasciste del 1923. Seguiamo il versante di Vinca, frequentato dai raccoglitori di funghi, in autunno le foglie ricoprono completamente il sentiero creando un immenso tappeto arancione. 

A tratti, dalle varie finestre rocciose che si incontrano lungo il costone, la vista si apre, rivelando i pinnacoli affilati del Monte Rasori e del Monte Grondilice. A Foce Rasori si svolta a sinistra, in discesa, seguendo il sentiero verso Foce del Giovetto, e in breve si raggiunge Capanna Garnerone, dove si trova la prima fonte d’acqua della tappa.

La Foce del Giovo

Dopo una sosta nella tranquilla radura, si prosegue sul sentiero 37 fino alla Foce del Giovo, a 1.500 metri, nel cuore delle Apuane. Le pareti rocciose si innalzano tutt’attorno, mostrandosi in tutta la loro essenza. Di fronte a noi, a sud, svetta il Pizzo d’Uccello, un massiccio compatto che consente l’ascesa lungo un sentiero EE, ricco di tratti esposti e balzi di rocce da superare: un percorso da intraprendere con il casco e con esperienza escursionistica alle spalle. Per chi ha ancora energie, il sentiero 181 conduce alla Torre del Diavolo, da cui si può osservare la grande parete nord del Pizzo D’uccello, alpinisti da tutto il mondo vengono per sfidare i 700 metri di parete che si innalzano dai Canaloni della neve Vecchia. La fatica di allungare questo percorso ne vale davvero la pena. 

Noi incredibilmente minuscoli davanti all’immensità di questa montagna.

Si torna poi alla Foce di Giovo e, percorrendo un sentiero comodo, ci si avvicina al Monte Pisanino, la vetta più alta del parco, di fatto chiamato il re delle Apuane. Dopo gli ultimi 2 km, si giunge alla piana di Orto di Donna, un paesaggio incantevole incastonato tra il Monte Contrario e la vallata del Monte Pisanino. Qui, il rifugio accoglie gli escursionisti con l’ospitalità delle gestrici, alpiniste appassionate che non mancheranno di raccontare storie sulle loro montagne.

 

Godersi la prima birra, quando si è assetati, mentre il sole tramonta sul Mar Tirreno, ha un sapore unico. È in questi momenti, tra i tramonti sulle Apuane e i colori rossastri delle grandi pareti di marmo, che mi sono innamorato di questa terra.

 Una cena abbondante e una buona dormita sono tutto ciò che serve per svegliarsi freschi e pronti per affrontare la seconda tappa dell’Alta Via. Oggi ci aspetta una tappa lunga e faticosa, forse la più impegnativa del percorso. 

 

Dopo una colazione con vista sul Pisanino, si parte subito. Per i più motivati consiglio di svegliarsi presto e salire al Passo delle Pecore, a soli 15 minuti dal Rifugio Orto di Donna. Da lì si può ammirare il mare a ovest, tutta la Val Serenaia e, a est, il sole che sorge sulle placche del Monte Contrario e la sua incredibile ferrata.

Dettagli della Tappa in breve

  • Tappa: Da Castelpoggio (o rifugio Carrara) – Rifugio Orto di Donna
  •  Da Castelpoggio: +6km e + 780m dislivello
  •  Da rifugio Carrara: 11,2 km
  •  Dislivello + 700m
  •  Dislivello – 500m
  •  Tempo 6\8h

 

traversata delle apuane

Tappa 2 - Traversata Alpi Apuane

Tornando alla nostra traversata, oggi i chilometri sono tanti oltre 15 ma soprattutto il dislivello perché saliremo sul monte della Tambura, il secondo monte più alto del parco con i suoi 1891 metri per poi discenderlo completamente compiendo così la sua traversata integrale.

Dal rifugio orto Donna si incrocia dopo pochi passi il bivacco K2, restaurato e ottimo per passare una notte immersi nella natura più profonda. Sono presenti 4 letti comodi con materasso e una stufa a legna per scaldare la stanza. Si continua su bosco sempre sul sentiero numero 179, un piacevole saliscendi tra faggete e crinali, con viste spettacolari sulle tre gobbe del Monte Cavallo, visibili solo se si alza lo sguardo. Arrivati a foce Cardeto si continua su sentiero 179 per evitare di prendere il sentiero che porta in cima al Pisanino, il quale rimane maestoso alla nostra sinistra. Si continua attraversando un ampio spazio aperto erboso costellato da enormi massi di scuro scisto, detti Zucchi di Cardeto. Costeggiando il Monte Cavallo si arriva alla cava della Focolaccia, da cui si osservano diverse sezioni dell’estrazione del marmo, e infine si raggiunge il passo stesso, con vista sulla costa Tirrenica e sullo storico Bivacco Aronte. Primo bivacco edificato dal Cai nel 1902. Questo versante che scende davanti al bivacco fino alla Valle degli Alberghi è il regno del pastore-Poeta Rolando, spesso capita di incontrarlo e tra una poesia e un’altra potrebbe capitare di assaggiare il suo eccellente caprino. Dopo una sosta di metà mattina, inizia la parte più emozionante della giornata: la grande traversata del Monte Tambura.

Tramite il sentiero 148 inizia la salita dal crinale affilato del monte Crispo che fa da antecima del monte Tambura. Passaggio chiave della traversata, dopo un’ora di pura salita apuana si raggiunge la cima del Tambura 1891 metri. Se bel tempo non si potrà che fermarsi sulla ampia vetta a contemplare il panorama a 360 gradi su tutti i massicci delle Alpi Apuane. Davanti a boi, a est si apre la Garfagnana e tutta la vallata di Arni alle nostre spalle si abbandona il versante Carrarese e la Valserenaia.

Si prosegue sempre sul sentiero 148 e con molta attenzione si scende il versante, affilato tanto quanto quello occidentale. In un’altra ora si giunge al passo della Tambura.

Il passo della Tambura - Traversata delle Alpi Apuane

Il Passo della Tambura è uno dei passi montani più suggestivi delle Alpi Apuane, situato a un’altitudine di circa 1.620 metri. Il passo collega la Garfagnana alla Lunigiana, offrendo un collegamento storico e panoramico tra due aree ricche di storia e bellezze naturali. In giornate particolarmente limpide si possono scorgere anche le isole dell’arcipelago toscano. Il percorso che porta al passo è attraversato dalla “Via Vandelli,” un’antica strada settecentesca voluta dal Duca Francesco III d’Este per collegare Modena con Massa e il porto di Carrara. Questo storico sentiero, mantiene ancora oggi alcuni tratti originali, ricoperti di pietre e segnalati con muretti a secco, che evocano il fascino di un passato lontano.

Così si abbandona la traccia ufficiale dell’Alta via delle Alpi Apuane e si inizia a scendere senza sosta fino a fine tappa. Si segue il sentiero numero 35 che segue le tracce ufficiali di quello che resta dell’incredibile via Vandelli. Si scende lungo i serpenti della via per circa un’ora. Giunti alla cava Formignacola si volta a sinistra su sentiero numero 147 che costeggia il ripido versante del monte Tambura. Lo si segue per un’ora fino a giungere all’eremo di San Viviano. Questo piccolo eremo, accessibile solo tramite il ripido sentiero, è dedicato a un eremita e patrono dei cavatori. 

La struttura comprende una cappella e una grotta naturale chiamata roccia del Sonnero, che con le sembianze di un gigante con la fronte aggrottata, guarda le sottostanti cave. Giungendo alla strada si prosegue fino al piccolissimo paese di Campocatino. 

Forse la località più famosa delle alpi Apuane. Campocatino è un incantevole altopiano di origine glaciale. Circondato da imponenti montagne, come il Monte Roccandagia, il pianoro è punteggiato da antiche capanne in pietra un tempo usate dai pastori locali, oggi perfettamente integrate nel paesaggio. Con il suo ambiente incontaminato e le vedute panoramiche, Campocatino è una destinazione molto apprezzata per escursioni perché durate la primavera i suoi dolci versanti si riempiono di giunchiglie bianche. 

Qui si fa l’ultima sosta della giornata. 

Il peso della discesa si sente sulle gambe così in poco più di mezz’ora si giunge a Vagli di sopra e poi nella bellissima penisola di Vagli di Sotto, Termine della tappa di oggi.

Vagli di Sotto è un pittoresco borgo situato sulla riva del lago che prende il suo nome. Conosciuto soprattutto per suo “paese sommerso” di Fabbriche di Careggine, un antico villaggio medievale che riemerge ciclicamente quando il lago viene svuotato per manutenzione (di solito ogni 10 anni).

È l’ora del meritato riposo sotto la grande sagoma del monte Tambura, domandandosi come sia possibile trovarsi ai suoi piedi, ripensando alla mattinata e alla sua vetta.

Dettagli della Tappa

  • Tappa: RIFUGIO ORTO DI DONNA – VAGLI DI SOTTO
  • Km Totale 15,10km
  • Dislivello Totale  + 470 -1400m
  • Tempo Percorrenza 6h

Tappa 3 - Traversata Alpi Apuane

La terza tappa ha come protagonista il monte Sumbra e l’Isola nel cuore del bosco.

 

Si esce da Vagli di Sotto e si segue per tutta la mattinata il fosso Tassetora salendo per il così chiamato: Garfagnana Trekking. 

Dopo una lunga e faticosa salita si giunge finalmente al colle delle Capanne. Qui si svolta a destra e tramite sentiero 145 si sale fino in vetta al monte Sumbra (evitabile). Dopo una salita graduale, il sentiero si fa più ripido e roccioso, conducendo lungo la cresta sommitale, circa due chilometri dal colle delle Capanne, da considerare due ore di cammino circa. 

Giunti in vetta, il panorama spazia a 360 gradi, abbracciando il Mar Tirreno, le isole toscane e le cime circostanti, regalando una vista spettacolare e immersiva. 

Di nuovo in vetta! Una nuova croce da abbracciare con i suoi 1765 metri. Pausa pranzo e anche oggi si scenderà fino a fine tappa. 

Rientro e arrivo a Isola Santa

Si torna indietro molto più rapidamente che durante la salita, si giunge di nuovo al colle delle Capanne poi si svolta a destra sul sentiero 145 fino a Capanne a circa due ore dal bivio. Ultimi passi immersi nel bosco per poter giungere davanti all’Isola Santa. 

Termine della nostra terza tappa con anche oggi 17 km sulle gambe.

 

Isola Santa è un antico borgo medievale situato lungo le rive di un lago artificiale, tra boschi fitti e le montagne scoscese. 

Questo piccolo villaggio, caratterizzato da case in pietra e tetti in ardesia, sembra sospeso nel tempo e offre un’atmosfera incantata e misteriosa, spesso avvolto da nebbie che ne aumentano il fascino.

Dettagli della Tappa

  • Tappa: VAGLI DI SOTTO- ISOLA SANTA
  • Km Totali: 1,6 km
  • Dislivello Totale: +1100m – 1200
  • Tempo Percorrenza: 8h

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Tappa 4 - Traversata Alpi Apuane

La quarta tappa di questa Traversata è la più semplice, permette di riposare dopo i giorni precedenti di grande fatica. Infatti oggi dovremo percorrere solo 9km ma con una ascensione imperdibile.

Si segue il sentiero numero 9 che porta fino alla chiesa di Sant’Anna e poi fino a Foce di Mosceta a circa due ore e mezza dalla partenza. Il percorso sale gradualmente, interamente avvolto dal bosco tipico di questo ambiente. Ci troviamo nel massiccio orientale del Parco. L’ultimo grande pianeta apuano, il così detto massiccio delle Panie. A foce Mosceta troviamo il rifugio del Reo con una fonte d’acqua e sosta ristoro. 

Svoltando a sinistra seguiamo il sentiero numero 126 fino a incrocio per salire in vetta alla Pania della croce. Se il Pisanino è il re delle Apuane, la Pania della Croce è la sua regina. Una piramide imponente svetta sopra la nostra testa. 

La salita è una delle escursioni più affascinanti e panoramiche della Toscana. La vetta batte i 1858 metri. la salita è costante e ripida, con alcuni tratti rocciosi. In questa parte della camminata si può ammirare la tipica flora apuana, con cespugli di erbe aromatiche e, nei periodi giusti, fioriture di anemoni e stelle alpine. Proseguendo, si passa nelle vicinanze del Pizzo delle Saette, che sovrasta la cresta come una sentinella imponente. Qui la vista si apre e, nelle giornate limpide, spazia fino al Mar Tirreno, offrendo una scenografia unica tra il blu del mare e il bianco della roccia calcarea. A 1.858 metri di altitudine, la cima della Pania della Croce regala un senso di conquista e meraviglia. Il panorama abbraccia tutte le Alpi Apuane, dalle Panie al Monte Forato, fino alle cime lontane dell’Appennino.

 Nelle giornate più limpide, si può persino intravedere la costa della Corsica.

 

Si scende dallo stesso sentiero, al bivio si svolta a destra e si passa per la buca della Neve, svoltando a sinistra in un ultima mezz’ora di cammino si oltrepassa focetta del Puntone e si giunge al rifugio Enrico Rossi dove dormiremo l’ultima notte di questo cammino. 

traversata delle apuane

La Buca della Neve - Traversata Alpi Apuane

Dettagli della Tappa

  • Tappa: ISOLA SANTA – RIFUGIO ROSSI
  • Km Totali 9,78 km
  • Dislivello +1290 m; -250m
  • Tempo di Percorrenza 6h

 

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Tappa 5 - Traversata Alpi Apuane

Quinta tappa, se non ultima, ultimi 10 km che iniziano con una bellissima e già malinconica camminata lungo il sentiero 110 lungo l’ampio costone ricoperto di erba chiamato Costa Polita. Si passa il famigerato passo degli Uomini della Neve e si costeggia la parete est della Pania della Croce. In un paio d’ore sul cammino in falsopiano si raggiunge l’incredibile monte Forato con possibilità di salirvi in cima e toccare la circonferenza dell’arco. 

Il nome “Forato” deriva dall’arco naturale di 32 metri che attraversa la montagna, uno dei più grandi d’Italia, visibile anche a distanza per la sua forma inconfondibile. Il foro è alto circa 26 metri e largo 8 metri, creando una sorta di finestra panoramica che incornicia vedute suggestive sia verso la Garfagnana che verso il mare della Versilia.

Verso la fine della Traversata delle Apuane

Dal monte forato ci si avvia alla conclusione della Traversata. Si osservano le linee e le curve di tutte le vette faticosamente conquistate in questi giorni, si cerca di scrutare tra le tante creste quali sono state quelle attraversate. Carrara è molto distante, oltre i grandi monti per oltre 60 km di sentieri apuani. Si nota come scendendo sempre più di quota il paesaggio cambi, i boschi avvolgono i monti e svettano solo poche vette tra le quali il bellissimo e unico pilastro del Monte Proncinto.

 

Si prosegue il sentiero 110 per circa mezz’ora fino alla foce di Petrosciana. 

Si svolta drasticamente a destra prima su sentiero numero 124 e poi sul numero 12. Si gode la vista del monte procinto cercando di scorgere gli escursionisti che tramite la famosa ferrata salgono il suo versante nord. Si saluta anche quest’ultimo monte oltrepassando un fiume in secca eccoci arrivare al Cardoso.

 Un paesino di pastori ai piedi del monte Forato. Qui termina questo lungo sentiero e con esso anche la traversata di questo Parco Magico.

Dettagli della Tappa

  • Tappa da RIFUGIO ROSSI a CARDOSO
  • Km Totali 13,6 km
  • Dislivello +300; -1540m
  • Tempo di Percorrenza 6h

 

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Conclusione

Amici camminatori, speriamo di avervi fatto venire voglia di affrontare la Traversata delle Alpi Apuane, un percorso poco conosciuto ma pieno di magia

Riconosciuto da grandi poeti e terra di storie millenarie!

Ps Scrivere contenuti di qualità richiede tanto tempo e pianificazione. Se ti abbiamo aiutato, offrici un Caffettino: Paypal 

Grazie Mille 🙂

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